Al fine di garantire una più efficace difesa della città di Santa Severina, Andrea Carafa (XVI secolo) promosse la costruzione di nuove porte urbiche, tra cui la porta della Piazza e quella della Grecìa, e potenziò le fortificazioni della rocca, già naturalmente protetta, mediante l’aggiunta di nuovi tratti murari e la creazione di nuovi dirupi ottenuti attraverso la rimodellazione delle zone più vulnerabili del perimetro. La cortina muraria così realizzata, pur adattandosi alle caratteristiche del terreno, risponde a un preciso disegno strategico volto a proteggere la porta della Piazza mediante linee di difesa radente e di fiancheggiamento. Caratteristica distintiva di tale cortina sono i numerosi punti di sparo, realizzati sotto forma di aperture a doppia spiovente, che consentono di coprire efficacemente sia l’esterno che l’interno della fortificazione.
Oggi la Porta Antica è l’unica ad essere rimasta quasi intatta, rispetto al quella della Grecìa e Porta Nova, e per un certo verso, oltre ad essere un entrata monumentale d’effetto, è una considerevole alternativa alla strada “nuova” di accesso al borgo di Santa Severina. A creare uno scenario arcaico, vi è la stradina che discende con curve sinuose verso la fontana “vecchia” voluta nell’ottocento dall’Arcivescovo Alessandro De Risio.
La porta antica