Il Battistero

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Il Battistero di Santa Severina è una perla architettonica di rara bellezza, databile tra il VII e il IX secolo d.C., costruito con un’impostazione bizantina, ebbe comunque, nel corso dei secoli diverse modifiche di adeguamento al cambiamento strutturale che avvenne intorno ad esso.

Con ogni probabilità è il più antico luogo di culto costruito a Santa Severina, secondo alcuni studiosi potrebbe essere stato edificato inizialmente come chiesa o martyrium a pianta centrale con un abside e tre bracci, sormantata da una cupola a tamburo ottagonale e il cupolino cilindrico.

L’interno presenta otto colonne granitiche, una diversa dall’altra sia per larghezza che per lunghezza, infatti sono state definite “colonne di reimpiego”, cioè già esistenti in età antica e riutilizzati nel Battistero, calibrando in modo oculato i pesi e le misure differenti. Diverse ipotesi furono redatte circa la provenienza, alcuni suppongono che erano già in uso nel territorio calabrese, altri propongono anche la Turchia, di certo quello che è stato realizzato è un vero gioiello di architettura realizzata con intelligenza e precisione.

Al centro vi è conservato il fonte battesimale di forma cilindrica, anch’esso una spoglia dell’antichità e probabilmente spostato diverse volte all’interno dell’edificio. Sulle pareti interne ci sono tracce di affreschi databili in periodi differenti, purtroppo per la maggior parte perduti. L’unico ad essere quasi integro è un San Girolamo penitente databile al XIV secolo, dipinto su una parete del braccio che fino agli inizi del ‘900 era l’ingresso, poi modificato con traslazione completa del portale esterno verso il braccio sud, a favore della strada, attualemente denominata “via dei bizantini”. Oltre a questo, è da segnalare un altro frammento di affresco ubicato nella nicchia dell’altare rappresentante l’Annunciazione.

I capitelli e i pulvini sono scolpiti con decorazioni bizantine e incisioni scritte in greco che citano due arcivescovi vissuti nella prima costruziona del battistero: Giovanni e Teodoro.

La cupola dall’interno è divisa in otto spicchi da farla sembrare un ombrello aperto, nella quale sono inserite quattro finestre che creano effetti di luce molto suggestivi che si completano con le altre tre, costruite nel cilindro inferiore. All’interno del braccio est è stata realizzata una porta di collegamento mimetizzata verso la Cattedrale di Santa Anastasia, in modo tale da facilitarne l’accesso.

Uno dei primi ad accendere i riflettori verso questa architettura medievale fu Paolo Orsi nel 1911, ne seguirono tanti altri che offrirono il loro contributo. Ma bisogna segnalare tra tutti, la figura dell’achitetto della Soprintendenza Pasquale Lopetrone, il quale ha seguito in modo preciso e puntuale tutti gli ultimi lavori di restauto concludendoli con un volume che racconta in modo competente e professionale tutta la storia del Battistero.

Oggi, è l’edificio aperto al culto più antico della Calabria, che richiama visitatori da ogni parte del mondo e che insieme alla Cattolica di Stilo, l’oratorio di San Marco a Rossano-Corigliano, Gerace e il monastero di San Giovanni Theristìs di Bivongi si candida a Patrimonio UNESCO.

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