Museo Multimediale Multilia

MULTILIA
“Museo Multimediale di Altilia”


Il Multilia nasce nel Palazzo Barracco di Altilia, nel Comune di Santa Severina e occupa quasi tutto il primo piano. Si propone come potenziale centro di cultura naturalistica nell’area urbana, premessa per una vivace attività di ricerca didattica, di formazione e d’informazione del patrimonio culturale naturalistico ambientale. Si propone come struttura culturale e di divulgazione con un compito primario di educazione permanente svolto grazie alla realizzazione, al mantenimento e all’innovazione delle sale espositive con soluzioni ed attrezzature tecnologicamente avanzate creando un vero e proprio Museo Multimediale.

Tutti i contenuti dei mini documentari sono esclusivi ed originali, girati appositamente per il Multilia e con macchine da ripresa professionali e attrezzature tecnologicamente avanzate.
Droni, obiettivi macro, telecamere per timelapse e obiettivi fotografici montati su reflex digitali.
Le musiche sono anch’esse originali e scritte sia per basi documentaristiche che per orchestrazioni.
La voce narrante è fra le voci più utilizzate e famose nel panorama televisivo nazionale così come tutti i professionisti intervenuti per la realizzazione dei contenuti.
Nello specifico raccontiamo la vita al Palazzo e come lo sviluppo di tutte le attività dall’agricoltura all’apicoltura, dal pascolo al tessile ecc, permettessero l’autosostentamento della popolazione che si sviluppava intorno ad esso.
Il Museo è composto di 5 sale identificate, nella piantina che precede, con lettere per semplicità descrittiva.
Esse sono precedute, al piano terra, dalla reception/biglietteria e da una sala preparatoria alla visita del Multilia all’interno della quale si può visionare la piantina del Palazzo e il percorso da seguire, un breve filmato riassuntivo di 3 minuti e l’elenco delle regole da rispettare. L’accesso alle sale con le video-installazioni avviene attraverso le scale secondarie del Palazzo Barracco utilizzate anticamente dalla servitù.


1. Il percorso espositivo inizia nella sala C identificata come Sala “Benvenuto”.
Al suo interno è installato l’HelioDisplay. Consiste in uno schermo planare interattivo che proietta le immagini come un ologramma. Non richiede nessuna superficie su cui proiettare l’immagine ma soltanto aria poiché dal dispositivo per visualizzare l’immagine fuoriesce un getto acqua vaporizzata. Lavora come uno schermo galleggiante, con la possibilità di manipolare l’immagine, proiettata in aria, con le dita.
Il soggetto narrante scelto per la proiezione “olografica” rappresenta un esponente della famiglia Barracco che sarà ripreso con videocamere dedicate e, esattamente come un vero padrone di casa, accoglierà gli ospiti dando loro il benvenuto, riassumendo l’origine del Palazzo, la sua storia e cosa ha rappresentato negli anni. Racconterà anche alcune curiosità vissute personalmente e cenni sui proprietari. Contemporaneamente alla sua esposizione, su una delle pareti della stanza che la ospita, saranno proiettate riprese aeree, immagini, foto d’epoca o filmati storici reperiti sul territorio, con proiezione tradizionale. Anticiperà, in modo sintetico, cosa l’utente vedrà nel museo e nelle sale annesse augurando loro una buona visione.


2. Il percorso continua nella sala D denominata Sala “Cartografica”.
Inizia una breve proiezione su una parete sferica, opportunamente preparata per ricevere la luce del proiettore “restituendola” allo spettatore con altrettanta “vivacità”, con la vista del pianeta terra dallo spazio e con uno zoom graduale ci avviciniamo ad Altilia fino ad atterrare nella Piazza antistante al Palazzo, simulando un morbido atterraggio, al fine di mostrare all’utente il punto esatto in cui il Museo è collocato geograficamente. Ciò sarà realizzato con degli speciali software di gestione di cartine satellitari rese pubbliche quindi fruibili da società internazionali. Successivamente, viene dato ai visitatori la possibilità di fare una navigazione personalizzata all’interno del Marchesato, tramite il connection 3D; un particolare joystick per navigare in ambienti 3D con enorme sensibilità negli spostamenti che con esso si effettuano. A ognuno verrà data la possibilità di effettuare “sorvoli” virtuali nei posti di maggior interesse opportunamente predisposti tramite dei marker.


3. Il percorso continua nella sala E denominata Sala “Mestieri”.
Entrando sentiremo solamente effetti audio… rumori di ambiente e di lavoro senza che ci siano inizialmente immagini o filmati a supporto; in seguito una voce di donna anziana che si presenta, si presenta anche la seconda donna, che andremo a scoprire e conoscere solo dopo facendo partire la prima proiezione su una delle pareti della sala. Le anziani donne, reperite nel Marchesato, saranno testimoni dirette e reali della lavorazione tessile tramite telai in legno praticata quando il Palazzo Barracco era “vivo” raccontando varie situazioni di vita quotidiana dedicata all’artigianato. L’intero filmato sarà supportato, oltre che da rumori ed effetti audio come descritto sopra, da musiche originali e audio guida stile documentario storico. Dalla produzione tessile si fa un accenno alla produzione e alla lavorazione della liquirizia per arrivare a ciò che ha rappresentato la vera svolta per lo sviluppo del Marchesato… la “Riforma Agraria”. Questa verrà raccontata tramite filmati storici esclusivi ed originali, concessi al Multilia dall’Archivio Storico Martucci.


4. La sala F è di transito verso la sala B.


5. Si arriva alla sala B
In questo ambiente vi è predisposto un laboratorio creativo. Quando i visitatori saranno gruppi scolastici, ogni gruppo avrà a disposizione 15 minuti per trasformare materia di scarto (polistirolo, legno, plastica ecc.) in “opere originali”. All’inizio di ogni mese verrà scelto il lavoro che meglio rappresenta il concetto di evoluzione della materia e sarà premiato (tutti i componenti del gruppo) con un ingresso omaggio per eventi culturali sul territorio (visita al Castello di Santa Severina, al Museo di Crotone, ad evento teatrale, al cinema ecc.).


6. Si procede nella sala G denominata Sala “Apicoltura”.
Inizia la proiezione di un documentario sulla produzione del miele che vede come protagonisti apicoltori e api di Altilia. Ad un sommario molto ritmato di circa 1’ e 30” con solo musica e immagini, seguirà una descrizione di tutta la filiera produttiva del miele a partire dalla nascita dell’ape e della famiglia per finire all’invasamento. Le riprese sono realizzate, oltre che con dei droni professionali, con altri strumenti di ripresa dedicati al “macro” cioè a riprese ravvicinate fino al dettaglio di insetti e oggetti da loro vissuti.


7. Il percorso giunge nell’ultima e più prestigiosa sala H denominata Sala “3D”.
A essa si accede mediante un’anticamera necessaria per la preparazione dei visitatori alla visione di un documentario proposto in stereoscopia, 3D appunto, all’interno della quale l’utente verrà fornito di occhialetti stereoscopici necessari alla visione della particolare tipologia di proiezione adottata in questa sala. Nello specifico si tratta di una “proiezione tridimensionale” sulla parete della sala fronte porta d’ingresso che da’ sull’esterno così da farla sembrare magicamente e apparentemente trasparente, lasciando nello spettatore la sensazione di una presenza quasi reale di alberi e quant’altro che dall’esterno si estende fino al centro della sala stessa mediante la suggestione visiva della “Stereoscopia”. Essa è una
realtà artefatta con l’obiettivo di provocare nello spettatore particolari emozioni da fruire in un dato ambiente ponendosi come prerogativa quello di rendere sullo schermo la realtà voluta dall’ideatore/realizzatore in maniera “avvolgente”. La stereoscopia è una tecnica che si riferisce alla visione d’immagini, fotografie o filmati con il senso di profondità diverso dal comune senso di “piattezza” che si ha guardando un quadro o uno schermo. Questo tipo di rappresentazione tridimensionale coinvolge l’utente totalmente, rendendolo protagonista di questa realtà parallela facendolo sentire parte integrante dell’opera stessa. Lo spettatore non è posto di fronte all’opera in maniera distaccata ma è catapultato e proiettato in essa come se si trovasse, appunto, in una realtà parallela. Quello che ci permette di vedere la scena con profondità, piuttosto che piatta come su uno schermo o come un quadro, deriva dal fatto che gli occhi vedono la stessa scena da due punti di vista differenti (così come nella realtà: gli occhi umani sono 2 e distano circa 7/8 cm l’uno dall’altro) opportunamente girate e con determinate caratteristiche; il cervello unisce queste due immagini ed elabora la profondità. Per guardare il filmato stereoscopico saranno usati degli Occhiali Stereoscopici… occhiali 3D a polarizzazione infitec per visualizzare una proiezione stereoscopica e sono utilizzati soprattutto nel cinema tridimensionale dove vengono proiettati questi generi di filmati sul grande schermo. Il fascino del luogo della proiezione, insieme a effetti visivi e sonori in dolby surround di grande suggestione come rumori e “voci” della natura trasmessi in diffusione con piccoli altoparlanti, possono svelare al visitatore attento grandi e piccoli segreti essenziali per comprendere il contenuto del messaggio che, attraverso i mezzi descritti, il museo si prefigge di dare.

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